Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  martedì 29 agosto 2006
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Notiziario droghe

A cura dell’ADUC, Associazione per i diritti degli Utenti e Consumatori

 

ARTICOLI
- Usa. Proposto organismo bilaterale per controllare i confini tra Usa e Messico

NOTIZIE
- Venezuela. Dubbi del Governo sull'accordo con la Dea statunitense
- Cina. Inasprite le norme antidroga
- Irlanda. Il 70% degli automobilisti fermati per guida pericolosa sono sotto l'effetto di qualche droga
- Usa. Genitori ignari dei problemi di droghe e alcol dei figli
- Brasile. Sondaggio sfavorevole alla legalizzazione della marijuana
- Afghanistan. Il mondo non fa abbastanza per combattere le droghe
- Italia. Padova. Due check point per il muro antispaccio
- Afghanistan. Unodc: coltivazioni di oppio cresciute di oltre il 40% dallo scorso anno
- Irlanda. Partito chiede di adottare sulle strade i test antidroghe
- Argentina. Salta. Primo seminario del NOA: "Droghe nell'ambito lavorativo"
- Colombia. Respinta la denuncia degli Usa contro il Plan Colombia
- Repubblica Dominicana. Secondo gli Usa ci sarebbero legami con il Venezuela per il traffico di droga
- El Salvador. Piu' rigore nelle carceri
- Usa. La cannabis potrebbe bloccare l'avanzamento dell'Alzheimer
- Italia. Padova. Residenti: siamo stanchi della criminalita'
- Italia. E' molto buono, noi l'abbiamo gia' assaggiato
- Nuova Zelanda. Il National Party critico sui programmi antidroghe
- Usa. San Diego. Un terzo degli arrestati positivi alle droghe
- Somalia. Mogadiscio. Donna frustata pubblicamente per la vendita di cannabis
- Italia. Zanotti: Cpt a forte rischio tossicodipendenza
- Australia. Scagionato medico che coltivava 50 mila piante di canapa
- Repubblica Dominicana. 23 arresti di militari in 72 ore
- Peru'. Nel 2006 distrutti piu' di 500 laboratori che producono droga
- Italia. Padova. Tv tedesca gira reality show su muro antispaccio
- Brasile. Niente piu' carcere per i tossicodipendenti
- Colombia. Il sogno di prostituirsi con i narcotrafficanti in una telenovela
- Cina. Disegno di legge antidroghe
- Canada. Saskatchewan. La marijuana aiuta la crescita delle cellule cerebrali
- Australia. Western Australia. Test antidroghe per gli studenti delle scuole superiori

...IL PREZZO QUOTIDIANO DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA
Dalle cronache locali, gli effetti della legislazione vigente in Italia.
Durante la scorsa settimana sono stati riportati:
- 166 arresti
- 358,343 chilogrammi di sostanze stupefacenti sequestrati dalle forze dell'ordine dei quali: 213,565 kg di droghe leggere (marijuana, hashish e simili), 144,778 kg di droghe pesanti (eroina e cocaina)
- 256 piante di cannabis
- 56 giorni di detenzione

ARTICOLI


Usa. Proposto organismo bilaterale per controllare i confini tra Usa e Messico

Di Lorenzo Donvito

 
I Governatori del Nuovo Messico, Bill Richardson, e della California, Arnold Schwarzenegger, durante la XXIV Conferenza dei Governatori degli stati confinanti tra Messico e USA -che vede anche la partecipazione dei rappresentanti di Texas, Arizona e delle loro controparti messicane di Sonora, Bassa California, Chihuahua, Coahuila, Nuevo León y Tamaulipas- hanno proposto la creazione di una forza bilaterale per fronteggiare le azioni criminali lungo la frontiera.

I governatori considerano importante creare un organismo bilaterale che combatta il transito di clandestini, il narcotraffico e altri reati. "Gli organismi di frontiera non possono aspettare Washington, devono entrare in azione." Cosi' si legge nel testo di un comunicato di Richardson pubblicato prima dell'inizio della Conferenza. "Il governo federale e' l'ultimo responsabile per la sicurezza di frontiera. Aumentare la cooperazione tra gli organismi limitrofi degli Usa e del Messico, specialmente tra quelli che si occupano di sicurezza, può aiutare a frenare il traffico di essere umani e delinquenti che, senza documenti, attraversano la nostra frontiera." Ha spiegato il governatore.


"I governi federali hanno la responsabilità e il dovere di assicurare le nostre frontiere." ha detto il governatore Schwarzenegger. "Usa e Messico devono fare tutto ciò che e' in loro potere per proteggere i cittadini dalla minaccia alla sicurezza pubblica che rappresenta il traffico illegale di droga e persone".


La dichiarazione, promossa dai governatori dei due Paesi, propone l'approvazione di leggi federali in Messico e USA volte specificatamente a criminalizzare la costruzione e il finanziamento di passaggi sotterranei attraverso la frontiera. Dall'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 a New York e Washington, le autorità americane e messicane hanno scoperto 40 tunnel transfrontalieri, 21 dei quali nella frontiera della California. I governatori considerano questi passaggi, utilizzati per il traffico di droga e clandestini, una seria minaccia per la sicurezza delle persone e degli agenti di polizia. Per cercare di estirpare il problema alla radice, la risoluzione propone ai governatori di sollecitare i governi federali dei due Paesi al fine di aiutare il confronto tra quelle forze di mercato che favoriscono l'immigrazione
clandestina.

 
Il documento stabilisce che tutti i cittadini messicani che vivono e lavorano negli Stati Uniti devono farlo legalmente. Per questo si richiede l'approvazione di misure che semplifichino l'attraversamento legale delle persone della frontiera.

La risoluzione arriva per fare in modo che il dispiegamento di seimila soldati della Guardia Nazionale lungo la frontiera del Messico ordinato il passato giugno dal presidente George W. Bush, sia solo una misura temporale. La proposta, che sarà sottoposta a tutti i governatori degli stati tra loro confinanti, va a riaffermare anche la dichiarazione della passata conferenza, nella quale i rappresentanti degli stati si pronunciarono per il rispetto dei diritti umani e la sicurezza degli immigrati.
   
NOTIZIE

Venezuela. Dubbi del Governo sull'accordo con la Dea statunitense
Il Venezuela dubita di poter firmare un nuovo accordo con la Dea, l'Agenzia antidroga statunitense, dopo che la Casa Bianca ha autorizzato la designazione di un nuovo direttore dei servizi segreti per seguire in particolare la situazione del Venezuela e di Cuba.
"Dobbiamo esaminare di nuovo -ha detto al riguardo il Ministro dell'Interno e della Giustizia Jesse Chacon- se la presenza degli agenti della Dea serve realmente alla lotta contro il narcotraffico o ha finalità politiche. Ed ovviamente non possiamo permettere che essi si occupino di temi politici".

"Gli aspetti tecnici di un nuovo accordo li abbiamo già discussi, ma c'è un aspetto politico che e' al di sopra di tutto. Sul piano tecnico abbiamo raggiunto un accordo che a controllare tutte le operazioni in Venezuela sarà il nostro Ufficio nazionale antidroga". L'accordo di cooperazione fra il Venezuela e gli Usa e' stato sospeso lo scorso 7 agosto 2005, dopo una denuncia relativa ad una attivita' di spionaggio degli agenti statunitensi che violava le leggi venezuelane.

Cina. Inasprite le norme antidroga
La Cina aumenta il controllo sulla diffusione delle droghe con una nuova serie di norme. Secondo il vice ministro della Pubblica Sicurezza Zhang Xinfeng " è importante introdurre ora queste norme in Cina, perché‚ il paese sta fronteggiando una grave situazione nella lotta alla droga". La normativa introdotta fissa regole molto strette sulla diffusione di farmaceutici che possono essere trasformati in droga e impone maggiori controlli nei locali pubblici. La polizia stima che in Cina ci sono piu' di 700 mila eroinomani. La maggior parte dell'eroina proviene dal cosiddetto "Triangolo d'Oro", tra Thailandia, Myanmar (ex Birmania) e Laos.

Irlanda. Il 70% degli automobilisti fermati per guida pericolosa sono sotto l'effetto di qualche droga
Il rapporto del Medical Bureau of Road Safety rivela che il 70% degli automobilisti fermati dalla polizia per guida erratica è sotto l'effetto di qualche droga.
La maggior parte dei fermati aveva fumato cannabis o assunto impropriamente medicinali.
Nel dettaglio:
- sei uomini su dieci erano sotto l'influenza della cannabis,
- molti uomini di mezza' eta' avevano assunto antidepressivi,
- molti sono risultati intossicati da un mix di alcol e droghe.
Il rapporto suggerisce dei programmi nazionali di informazione ed educazione stradale.

Usa. Genitori ignari dei problemi di droghe e alcol dei figli
Secondo la ricerca annuale sul "ritorno a scuola" degli adolescenti statunitensi, un terzo è stato invitato a feste (presenti i genitori nella casa e spesso inconsapevoli di quanto accade) dove erano serviti alcolici e droghe. Solo il 12% dei genitori vede l'alcol e le droghe come un problema per i figli, mentre per lo è per il 27% dei ragazzini, e il 58% dei genitori ritiene che il problema siano le pressioni sociali. "Questi genitori sono come le tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo)" ha dichiarato Joseph Califano Jr., presidente del "National Center on Addiction and Substance Abuse" della Columbia University. "I genitori non comprendono il mondo in cui vivono i figli. Cercano di negare l'evidenza".
La ricerca rivela, inoltre, che l'80% dei genitori ritiene che durante queste feste non ci siano droghe ne' alcol, e il 50% dei ragazzini ha invece partecipato a feste dove c'erano entrambe.
Dalla ricerca e' emerso, per la prima volta, che il gap tra i maschi e le femmine si e' dimezzato, e le ragazzine tra i 12 e i 17 anni corrono i medesimi, o maggiori rischi dei coetanei maschi.
Dalle risposte date, i ragazzini sono stati classificati a basso, medio o alto rischio. Nel primo, due terzi hanno ammesso di riuscire a comprare la marijuana in un'ora o meno, il 93% ha qualche amico che la consuma, il 58% si ubriaca almeno una volta al mese, il 71% ha amici che usano cocaina, LSD o eroina. La ricerca ha anche studiato l'esposizione degli adolescenti all'alcol, alle droghe e alla violenza, e all'eta' di 17 anni, uno su quattro adolescenti, ha conosciuto qualcuno vittima delle armi da fuoco. L'età critica è tra i 13 e i 14 anni, età in cui inizia la scuola superiore e si ottiene più libertà in famiglia.

Brasile. Sondaggio sfavorevole alla legalizzazione della marijuana
Dal sondaggio della Datafolha, è emerso che la cannabis deve rimanere illegale. Il 79% dei brasiliani interpellati ha infatti risposto che il fumo della sostanza deve rimanere un reato.
Nel 2001, secondo i dati dell'Unodc (Ufficio antidroghe e crimine dell'Onu), l'1% dei brasiliani tra i 12 e i 64 anni fumava la marijuana almeno una volta l'anno. Nel 2004 la percentuale dei consumatori, tra i 10 e i 18 anni, nei Paesi del Sudamerica è scesa al 6,4%, dal 7,6% del 1997. Nel giugno del 2005 il ministro della Cultura (e famoso cantautore) Gilberto Gill ha ammesso di averla fumata per anni, aggiungendo: "Credo che questa sostanza sia da considerare come una medicina e legalizzata". Nel sondaggio e' stato chiesto: "Ritiene che il fumo della marijuana debba rimanere un crimine?"
Si, per il 79%
No, per il 18
Non lo so, per il 2%.

Afghanistan. Il mondo non fa abbastanza per combattere le droghe
Per il presidente Hamid Karzai, le droghe sono un pericolo maggiore del terrorismo, ma la comunità internazionale non fa abbastanza per affrontarle. "Prima pensavamo che il terrorismo fosse il maggiore nemico dell'Afghanistan" ha dichiarato alla conferenza internazionale antinarcotici che si tiene a Kabul. "I pericoli maggiori sono, invece, il papavero e le droghe".
I talebani, alleatisi con le bande legate ai traffici illegali, promettono ai contadini di dividere i guadagni illeciti, e cercano di tenere le forze militari e i Governi stranieri lontani dalla Provincia di Helmand, la maggiore area del Paese coltivata con il papavero.
La produzione d'oppio è stata lo scorso anno di 4,100 tonnellate, leggermente minore a quella dell'anno precedente, soprattutto per gli sforzi fatti dal Governo per convincere i contadini a sostituire il papavero con colture legali, ma per quest'anno è prevista una produzione più abbondante di quella del 2005.
Ha continuato il presidente: "Non siamo soddisfatti degli aiuti ricevuti. Non ci sono effetti visibili. Gli aiuti sono scarsi e pochi, chiediamo al mondo di aiutarci tangibilmente. L'Afghanistan combattera' contro i narcotici anche se il mondo non l'aiutasse, perche' sono minacciati il nostro futuro e la stabilità". Karzai si e' sempre opposto alle fumigazioni dei campi, perché il pericolo, come sostengono anche molti esperti internazionali, e' di fare avvicinare ancora di più i contadini ai talebani.

Italia. Padova. Due check point per il muro antispaccio
In tutto 350 famiglie in 125 alloggi, nella "zona rossa" di Padova: Via Anelli e dintorni, con due nuovi check point appena installati per impedire lo spaccio di droga, serrata da un muro di lamiera alto tre metri e lungo 80, vigilata da dieci telecamere che entro la fine di settembre saranno il doppio. Gli automobilisti che intendono accedere all' area devono quindi attraversare i varchi puntando un apposito telecomando che fa alzare le barriere una abbassata 24 ore su 24 e l'altra invece solo di notte. Questo è il tempo delle telecamere in fibra ottica e wireless, collegate alle centrali operative delle forze dell'ordine, dei 200 telecomandi distribuiti a chi vi deve poter accedere, comprese forze dell' ordine, vigili del fuoco e personale ospedaliero per eventuali emergenze, delle sbarre che si alzano e si abbassano.
Ma è anche il momento in cui gli artisti intervengono, come mai era successo prima così liberamente in Veneto, sulla cicatrice d'acciaio lunga ottanta metri: sono i writers che, su invito di un pittore naif, cercano di rendere più sopportabile una realtà dolorosa per tutti. Una "contaminazione" di stili che sa di Berlino, di avanguardia giunta in ritardo, ma arrivata, fino alle porte del Nordest.
La via più famosa di Padova, ormai citatissima in internet, tanto da poter essere definita per certi versi "internazionale": con nove donne incinte che entro tre mesi partoriranno dieci bambini, perche' quella di una nigeriana è una gravidanza gemellare. Una di queste donne, H.I., di nazionalità marocchina, dice: "Vorrei che mio figlio nascesse fuori di qui".
I residenti, qui, sono tutti immigrati, nessun italiano: in prevalenza nigeriani, ma con una comunita' maghrebina molto forte, per lo piu' operai in fabbriche padovane e nelle imprese di pulizia. La stragrande maggioranza dei delinquenti che spacciano nella zona non abita qui, ma ha scelto questa residenzialita' "debole" per il suo mercato.
"Una specie di foresta di Sherwood", dice l'assessore alla sicurezza di Padova, Marco Carrai. Via Anelli, oggi, e' una sfida all'immaginazione: non solo per chi, dovendo prevenire il crimine, attua pratiche di controllo come quelle poste in essere nelle ultime settimane, ma anche per i politici e le istituzioni che devono pensare molto, e molto velocemente, la riconversione possibile. Scenari da "1984, fuga da New York", rapportati alla dimensione veneta, nella quale, a seconda delle differenti sensibilità politiche e culturali, Via Anelli viene definita "ghetto", "luogo da recuperare", "piccolo Bronx" o "SuperBronx", "quartiere del degrado", "casa della criminalità", "vergogna della città ", "futuro cpt", "zona di nuovi investimenti", "inferno", "armeria incontrollabile".
"La realtà di via Anelli la si affronta positivamente solo procedendo speditamente allo smantellamento del ghetto e con una risoluzione abitativa alternativa per i residenti", afferma il consigliere regionale dei Verdi Gianfranco Bettin, che ha depositato un' interrogazione perche' la Giunta regionale collabori fattivamente al rilancio del piano gia' avviato nei mesi scorsi dalla Giunta comunale padovana. "La situazione di degrado di quel complesso la si conosceva da tempo - aggiunge - bastava ascoltare e leggere quanto prodotto sino ad oggi dalla meta' degli anni '90 dagli attivisti di Razzismo Stop e dai volontari della Parrocchia: il Comitato nato proprio in via Anelli aveva significativamente preso il nome 'per il superamento del ghetto'". Sul fronte opposto, il vicepresidente della giunta regionale Luca Zaia afferma,
"in qualità di esponente della Legna Nord", che "il deterrente a questo punto è di militarizzare la zona come è avvenuto per i Vespri Siciliani, anche perché lo spaccio e la delinquenza in genere male convivono con il pressing dei controlli". Per Zaia ci vogliono "controlli più intensi e più severi di quelli che si fanno oggi. Tutto questo in attesa che il sindaco si decida di fare radere al suolo questi palazzoni. E' ora di finirla con questo buonismo".

Afghanistan. Unodc: coltivazioni di oppio cresciute di oltre il 40% dallo scorso anno
La coltivazione di oppio ha conosciuto in Afghanistan un incremento del 40 per cento rispetto allo scorso anno: è l'allarme che l'Unodc, l'Ufficio Onu per la lotta alle droghe e al crimine, lancerà ufficialmente il 12 settembre prossimo con la pubblicazione di uno studio il cui contenuto è stato anticipato dall'agenzia 'RadioFreeEurope' (RFE). Nonostante sia stato estirpato un numero di campi di oppio tre volte superiore rispetto al 2005, rivela l'agenzia, la coltivazione di questo stupefacente ha raggiunto nel 2006 un picco senza precedenti. Questa contraddizione si spiega con la precaria situazione della sicurezza nelle regioni meridionali, che ha reso impossibile un intervento fruttuoso contro i coltivatori di oppio. La reazione delle autorità afghane a questa notizia è per il momento cauta. "Abbiamo lanciato numerosi programmi quest'anno -si è limitato a dichiarare a RFE Mohammad Mosa Hamid, consigliere
del ministero della Lotta alla droga-, tra cui alcuni che forniscono un'alternativa di sostentamento ai coltivatori di oppio". Cautela anche da parte delle autorità britanniche, che svolgono un ruolo importante nelle iniziative anti-droga dell'Afghanistan e che fanno sapere di voler attendere la pubblicazione dello studio Onu prima di rilasciare commenti ufficiali.
Il generale David Richards, comandante dell'Isaf (International Security Assistence Force), ammette invece che il dato dell'Unocd è credibile, a causa della situazione precaria nel sud dell'Afghanistan. In province come Helmand il terrorismo legato ai Talebani è particolarmente attivo e ha legami stretti con i narcotrafficanti. Ci sono inoltre altissimi livelli di corruzione dei governi locali. In una situazione così complessa, spiega il generale Richards, la lotta all'oppio "non è la nostra priorità", bisogna prima garantire adeguati livelli di sicurezza. Ma "se il governo afghano ci chiederà di aiutarlo nelle operazioni contro il narcotraffico - ha aggiunto - noi lo faremo". Il generale ha anche smentito le voci secondo cui aerei militari occidentali sarebbero stati utilizzati per spargere sostanze velenose sui campi di oppio. "L'obiettivo dell'Isaf non sono i coltivatori, sappiamo bene che bisogna proporre delle alternative per sfamare le loro famiglie prima di distruggere le loro coltivazioni".Il governo afghano ha messo in atto strategie mirate allo sradicamento della produzione di oppio che prevedono, oltre a un sistema di colture alternative, anche la creazione di carceri speciali destinate ai narcotrafficanti, la creazione di corti speciali per i 'signori della droga' e programmi ad hoc per la formazione di giudici e pubblici ministeri. In alcune province, soprattutto nel nord-est del paese, queste strategie hanno prodotto effetti significativi. A Nangarhar, ad esempio, la coltivazione dell'oppio è stata ridotta del 96 per cento in un anno e sono stati scoperti e distrutti dieci laboratori per la produzione di stupefacenti.

Irlanda. Partito chiede di adottare sulle strade i test antidroghe
Il partito del Fine Gael, come risposta alla ricerca sul consumo delle droghe tra gli automobilisti (il 70% e' risultato intossicato), ritiene che dovrebbero essere attivati sulle strade irlandesi dei test antidroghe, cosi' come avviene gia' in Australia. Commentando la ricerca del "Medical Bureau of Road Safety", il senatore Fergal Browne ha dichiarato di non essere sorpreso dai risultati, riconoscendo allo stesso tempo la difficoltà di applicazione dei test. "Testare l'enorme varietà di stupefacenti esistenti è una grande sfida, comparato alla semplicità dei test sugli alcolici. Questa proposta necessita di essere discussa, sono anche pericolose le medicine regolarmente prescritte, ma assunte impropriamente. Dato che la cannabis è una delle sostanze più comuni, chiedo al Governo di importare immediatamente la tecnologia australiana, e che consulti degli esperti per verificare la eventuali potenzialità negative dei medicinali (usati impropriamente) sullo stato di salute dei guidatori, per determinare quali siano quelli più pericolosi e quali livelli siano accettabili". In Australia, sono attivi test che analizzano la saliva degli automobilisti fermati, per trovare tracce di cannabis o anfetamine.

Argentina. Salta. Primo seminario del NOA: "Droghe nell'ambito lavorativo"
La Municipalidad, il Gobierno provincial, la Fundación del Norte Grande y UPCN (Union del personal civil de la nacion) organizzano il Primo seminario sulle droghe nell'ambito lavorativo, che si svolgera' dal 29 al 31 settembre nel circolo medico di Salta.
I 22 agosto, durante una conferenza stampa, e' stato presentato il progetto dal sottosegretario al Ministero delle Finanze, Gastón Galíndez, il direttore generale della Direzione Generale della Riforma di Stato, Gonzalo Bello, il direttore del Centro di Prevenzione e Controllo delle Dipendenze, Fanny Villamayor, il Direttore del Programma Provinciale della Lotta contro le Dipendenze, Patricia Suárez e il segretario generale dell'UPCN, Roberto Nordmann.
Il seminario e' aperto a tutti e si rivolge in particolare a coloro che lavorano nell'ambito delle risorse umane all'interno di istituzioni pubbliche e imprese private.
Durante l'incontro con i giornalisti, gli organizzatori hanno spiegato come sia necessario unire gli sforzi per affrontare questa problematica dalle dimensioni sempre maggiori, sia in ambito pubblico che privato. Sono inoltre stati presentati i relatori, professionisti del Centro Argentino de Prevención Laboral en Adicciones (CAPLA) e della Secretaría Nacional de Lucha contra las Drogas y el Narcotráfico (SEDRONAR).
Inoltre tutti si sono trovati d'accordo che questo seminario servirà per consolidare un lavoro interistituzionale, iniziato piu' di un anno fa, per rafforzare gli ambiti e i protagonisti sociali del settore.

Colombia. Respinta la denuncia degli Usa contro il Plan Colombia
Secondo la stampa locale, il Governo non ha ben accolto il rapporto pubblicato dal quotidiano New York Times sul fallimento del Plan Colombia e l'aumento delle coltivazioni di foglia di coca.
"Se la Colombia non avesse fatto uno sforzo, il mondo sarebbe inondato di coca. Invece di criticare dovrebbero ringraziare". Queste le parole del ministro uscente degli Interni e della Giustizia Sabas Pretelt al quotidiano di Bogota' El Tiempo. Da quando il Plan Colombia e' iniziato sei anni fa –secondo Pretelt- la crescente offensiva nei confronti del narcotraffico, aiutata finanziariamente dagli Stati Uniti, ha ridotto del 50% i 160 mila ettari di piantagioni di coca. "Nessun Paese ha combattuto cosi' bene come il nostro contro il narcotraffico. Siamo riusciti a togliere ai narcotrafficanti 3600 case, 800 imprese, 7000 veicoli, 300.000 ettari di terra e tutti gli anni sequestriamo circa 220 tonnellate di cocaina, cosa che non fa nessun altro Paese. Se questo lo chiamano fallimento, ci dicano allora qual'e' il risultato del Plan".
Intanto il generale Jorge Barón, comandante de la Policía Antinarcóticos, ha affermato che, grazie al Plan Colombia, anno dopo anno sono stati raggiunti gli obiettivi fissati dal Governo per eliminare le coltivazioni di foglia di coca, gestite dai gruppi illegali.
Anche le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC), con un comunicato, hanno dato la loro opinione sul rapporto del quotidiano statunitense, sostenendo che il Plan non e' diretto alla lotta contro la droga ma a combattere la guerriglia.
"In Colombia il commercio delle droga e' in mano ai gruppi narco-paramilitari che stanno negoziando con il Governo del presidente Alvaro Uribe. Secondo la maggiorparte dei colombiani questo e' solo un accordo tra le parti per la istituzionalizzazione e la legalizzazione del narcoparlamentarismo" sostengono le Farc.
Il New York Times, dal lato suo, ha risposto alle critiche con un articolo in cui assicura che oggi ci sono nel Paese gli stessi ettari di piantagioni di coca di sei anni fa. Cioe di quando e' iniziato il Plan Colombia.

Repubblica Dominicana. Secondo gli Usa ci sarebbero legami con il Venezuela per il traffico di droga
"I costanti 'bombardamenti aerei' di droga nei territori della Repubblica Dominicana, provengono dal Venezuela", cosi' ha affermato l'ambasciatore degli Stati Uniti Hans Hertell.
Hertell dice che per contrastare l'atterraggio clandestino di aerei, il Governo del suo Paese e quello dominicano coordinano azioni comuni. "Stiamo lavorando molto vicino al governo della Repubblica Dominicana per rendere impossibile la vita ai trafficanti ", ha detto ai giornalisti.
Diversamente da Hertell, secondo le autorità antidroga dominicane gli aerei incriminati arrivano, invece, dalla Colombia, utilizzando il Venezuela e Haiti come Paesi-ponte, prima di atterrare in terra dominicana. Durante il mese di agosto, le autorita' hanno arrestato due dominicani e un colombiano, sorpresi mentre stavano aspettando l'atterraggio di una piccolo aereo carico di droga proveniente dalla Colombia su una pista di proprietà delle Forze Armate dominicane. Le indagini di questo caso sono ancora in corso.

El Salvador. Piu' rigore nelle carceri
Le autorità hanno iniziato ad applicare la riforma penitenziaria a partire dai familiari dei detenuti. "Stiamo distribuendo degli avvisi e abbiamo collocato cartelli all'entrata dei centri penali, in modo che nessuno si porti con se' sorprese", ha detto l'ispettore Gilbert Cáceres.
Tra gli oggetti vietati ci sono droga, armi, bibite alcoliche, medicinali non autorizzati, sigarette, cellulari, apparecchi elettronici. Nel caso queste norme non venissero rispettate, tra le altre cose, si perdera' il diritto di visita per 15 anni..
Dall'altra parte, con l'entrata in vigore delle nuove riforme, la Direzione del Centro Penale ha annunciato che prendera' in considerazione piu di tremila reati la cui pena esecutiva e' giunta almeno alla metà del tempo. La misura sarà applicata da tecnici e si dovrà valutare -secondo le parole del direttore dell'istituto Roberto Vilanova Chicas- se servirà a ridurre il sovraffollamento dei penitenziari (attualmente ci sono 5.850 persone in più, in un sistema carcerario con 13.222 detenuti in totale). Nel contempo, si cerca anche di dare ai detenuti la possibilità di seguire studi universitari, di specializzarsi in qualche settore, di lavorare o stare comunque vicino alle loro famiglie. Attualmente ci sono 171 detenuti che stanno frequentando gli studi superiori.

Usa. La cannabis potrebbe bloccare l'avanzamento dell'Alzheimer
Il Thc inibisce la formazione di placche amiloidi, il primo segnale della sindrome di Alzheimer, molto piu' efficacemente delle medicine gia' in commercio. Questo e' cio' che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Pharmaceutics.
Gli scienziati di The Scripps Research Institute di La Jolla, in California, hanno rilevato che il Thc inibisce l'enzima responsabile per l'aggregazione delle placche amiliodi in maniera "considerabilmente superiore" a tutti i farmaci registrati contro l'Alzheimer, come ad esempio il donepezil e il tracrine.
"I nostri risultati forniscono un meccanismo per cui le molecole di Thc possono avere un effetto diretto sulla patologia dell'Alzheimer", hanno concluso gli studiosi. "Il Thc e le sostanze analoghe potrebbero offrire opzioni terapeutiche migliori per l'Alzheimer ... curando simultaneamente i sintomi e l'avanzamento della malattia".

Italia. Padova. Residenti: siamo stanchi della criminalita'
"Per noi è un vero e proprio peso sullo stomaco". Paolo Manfrin, presidente del Comitato abitanti Stanga, quartiere di Padova che comprende via Anelli, definisce così la situazione in cui sono costretti a vivere da anni i residenti, e aggiunge: "Siamo stanchi della criminalità, dello spaccio di droga, degli extracomunitari irregolari. Stanchi di tutto".
Chi vive alla Stanga da anni e' ormai abituato a convivere con via Anelli e i suoi problemi, ma resiste in una situazione oggigiorno difficilissima, sedendosi a un tavolo a discutere delle soluzioni possibili per redimere il proprio quartiere. "Qualsiasi soluzione che ci viene in soccorso la accogliamo a braccia aperte per cui diciamo si' al muro, alle telecamere e anche alle sbarre da poco introdotte". L'importante, per gli abitanti della zona, e' che si argini lo spaccio di sostanze stupefacenti e la criminalità, fenomeni con cui i residenti devono quotidianamente convivere, ma che non vogliono scaricare ad altre zone della città.
"Proposta provocatoria: la droga la spaccino pure in zona industriale, dove c'è solo un'abitazione. Tutto il can-can mediatico che si e' scatenato in seguito alla realizzazione del cosidetto 'muro antispaccio' ha contribuito a dare un impulso all'amministrazione comunale per risolvere i problemi di via Anelli e a far riflettere sullo spinoso tema della concessione della cittadinanza", argomento per il quale Manfrin non nasconde la sua preoccupazione.
"Chi governa deve partire dai fatti di via Anelli ed elaborare in materia di cittadinanza delle leggi serie e rigorose, che vadano rispettate". Attualmente, a tutti i problemi si e' aggiunto anche quello del traffico, notevolmente aumentato dopo che la zona intorno a via Anelli e' stata blindata, per cui raggiungere il posto di lavoro "e' diventato soffocante", afferma Manfrin. La sua proposta e' quella di realizzare una zona a traffico limitato (ZTL) con tanto di telecamere per bloccare le macchine sprovviste di permesso.

Italia. E' molto buono, noi l'abbiamo gia' assaggiato
Hanno spedito dall'Olanda a due amici altrettante cartoline nascondendo sotto i francobolli dell'hascisc, ma alla fine sono stati denunciati dalla polizia. Nei guai sono finiti quattro ventenni di Piacenza. I francobolli infatti erano un po' troppo sporgenti, e gli strani rigonfiamenti sono saltati subito agli occhi dei dipendenti dell'ufficio postale di Piacenza. Impensieriti dal fatto che sotto vi potessero essere sostanze pericolose i dipendenti hanno avvisato il 113. La polizia non ha impiegato molto però a scoprire che sotto ogni bollo c'era un grammo di hashish. La droga era stata opportunamente appiattita ma non abbastanza da annullare il rigonfiamento dei
francobolli. Gli agenti della mobile hanno poi potuto risalire dai destinatari (un ragazzo e una ragazza) ai quattro mittenti che, nelle cartoline, salutavano gli amici con una frase di riferimento al contenuto della spedizione: 'E' molto buono noi l'abbiamo gia' assaggiato'. I mittenti, 4 ventenni di Castelsangiovanni in provincia di Piacenza, nel frattempo tornati in Italia, sono così stati denunciati a piede libero per spaccio di stupefacenti.

Nuova Zelanda. Il National Party critico sui programmi antidroghe
"Troppo pochi e tardivi', questa è la definizione dei nuovi programmi antidroghe per gli istituti penitenziari. Il National Party, ha cosi' commentato i dati che dimostrano un aumento (quintuplicato dal 1999) dei detenuti positivi alle anfetamine.
Simon Power, portavoce per la sezione giustizia del partito, ha dichiarato che i programmi disintossicanti sono stati lanciati troppo tardi e, retoricamente, ha chiesto perché il Governo stia facendo qualcosa solo adesso, quando lo scorso anno solo 74 detenuti hanno completato il programma antidroghe, e l'83% dei detenuti sono in carcere per problemi connessi alle droghe. La risposta del Governo non si e' fatta attendere. Il ministro competente per gli Istituti penitenziari, Damien O'Connor ha detto "Malgrado l'alto tasso di detenuti positivi, il numero e' risultato il minore di tutti i tempi."

Usa. San Diego. Un terzo degli arrestati positivi alle droghe
Lo scorso anno, più dei due terzi degli adulti arrestati nella Contea di San Diego sono risultati positivi alle droghe, con al primo posto la marijuana, seguita dalle metanfetamine.
La ricerca, condotta dal "San Diego Association of Governments", rivela che nel 2005, il 68% degli uomini e il 75% delle donne arrestate avevano nel sangue tracce di marijuana, cocaina, oppiacei/eroina, metanfetamine e che uno, su tre consumava impropriamente le medicine prescritte. Una su cinque donne, e uno su quattro uomini erano positivi a piu' droghe. Il mix piu' comune e' marijuana e metanfetamine.
Il rapporto, inoltre, rivela:
- quattro su cinque arrestati hanno ammesso il consumo di marijuana, e quasi il 50% ne ha ammesso il consumo nei trenta giorni prima dell'arresto. Un terzo era intossicato da qualche droga al momento dell'arresto;
- il consumo delle metanfetamine è aumentato negli ultimi sei anni, con un alto tasso di consumo tra gli over 40. Quasi due, su tre persone arrestate ha ammesso di averle provate, e quasi la meta' le ha consumate nei trenta giorni prima di essere fermate dalla polizia;
- la polvere di cocaina è più comune del crack cocaina, ma sono gli uomini a consumarne di più, mentre le donne usano più frequentemente il crack; una su cinque persone ha ammesso di avere provato l'eroina, e il 4% l'ha usata 30 giorni prima dell'arresto;
- le persone che usano impropriamente le medicine prescritte, sono anche avvezze a consumare le droghe illegali.
Dalla ricerca è emerso anche che gli adolescenti, che iniziano a consumare alcol e droghe in giovane età, sono propensi a farlo durante l'età adulta.

Somalia. Mogadiscio. Donna frustata pubblicamente per la vendita di cannabis
Leaders mussulmani hanno condannato una donna ad 11 frustate per avere venduto cannabis. Ed e' la prima da giugno, ossia da quando i fondamentalisti islamici hanno preso il potere a Mogadiscio.
L'esecuzione, durante la quale la donna si è dichiarata innocente, è avvenuta nella piazza Yassin, davanti a centinaia di persone. La modesta quantità di cannabis, dal valore di 1 dollaro Usd, e' stata pubblicamente bruciata.
"Vogliamo che la gente smetta di vendere e di consumare droghe, ecco perché abbiamo punito in questo modo la donna e altri cinque uomini", ha dichiarato il responsabile per la sicurezza Sheik Omar Hussein. "Crediamo che le persone debbano stare lontane dalle droghe".
La scorsa settimana, una milizia islamica ha picchiato alcune persone che stavano guardando un film indiano.

Italia. Zanotti: Cpt a forte rischio tossicodipendenza
"Quel luogo, finché esiste, non può essere lasciato abbandonato così a se stesso in attesa del prossimo dramma, perche' la situazione e' a forte rischio". Facendo riferimento anche all'immigrato morto per overdose all'interno del Cpt di Bologna, Katia Zanotti, capogruppo dell'Ulivo in Commissione Affari sociali alla Camera, descrive cosi' il clima attuale all'interno della struttura di via Mattei dove ieri ha voluto effettuare una visita. L'allarme lanciato da Zanotti riguarda, infatti, in particolare la presenza di "tanti tossicodipenti". "E' cambiata radicalmente, almeno a Bologna in questo momento, la tipologia dei migranti trattenuti - spiega la parlamentare Ds - non sono piu' in maggioranza quelli clandestini non identificati o privi del permesso di soggiorno. In altre visite incontravo prevalentemente e purtroppo badanti o lavoratori in nero presi direttamente sul posto di lavoro e con la tuta ancora addosso". Adesso, invece, racconta, "fra i 60 uomini presenti, la maggioranza proviene dal carcere, molti sono tossicodipendenti e alcuni di questi con forte dipendenza da farmaci. Sono 24 i trattenuti tossico dipendenti che dentro il CPT sono sotto terapia psicotropa".
Uno stato di cose che, secondo Zanotti, "determina una situazione a forte rischio per le dinamiche interne che si producono anche nel rapporto con gli operatori a cui capita, e non infrequentemente, di subire comportamenti molto aggressivi". La deputata, che ha parlato anche con gli 11 medici che operano all'interno del Centro, fa notare dunque che "e' possibile che la droga continui ad arrivare all'interno del Cpt e che i rischi di overdose siano ancora oggi tutt'altro che remoti. Il ragazzo morto i primi di agosto non sembra, quindi, classificabile come episodio isolato". Chiamando in causa anche il Comune affinche' sia "interlocutore" per lo sviluppo di alcuni progetti di assistenza, tra cui quello di 'SOS donna' dedicato alle migranti che vogliono uscire dalla prostituzione, Zanotti chiede, infine, che "il Governo, che ha messo al lavoro una Commissione che sta svolgendo sopralluoghi in tutti i Cpt d'Italia, fra i primi atti assuma quello di aprire i Centri di accoglienza temporanea" alle istituzioni locali e alla stampa perche' conclude, "rendere trasparente questo luogo significherebbe innanzitutto toglierlo da quella agghiacciante riservatezza in cui vive".

Australia. Scagionato medico che coltivava 50 mila piante di canapa
Un medico di Sydney attivista di lunga data per la liberalizzazione della canapa in tutte le sue forme, che aveva coltivato quasi 50 mila piante di varietà 'neutra', e' stato scagionato oggi dal tribunale distrettuale di Newcastle, a nord di Sydney, dal reato di coltivazione di una grande quantita' commerciale di cannabis.
Andrew Katelaris era stato dichiarato colpevole del reato lo scorso marzo per aver coltivato 49.519 piante nella sua proprietà rurale nell'entroterra di Newcastle fra dicembre 2004 e gennaio 2005. Le analisi di laboratorio hanno poi rivelato che le piante, che secondo le stime della polizia avrebbero avuto un valore 'su strada' pari a 24 milioni di euro, avevano un contenuto minimo o nullo di Thc, o tetraidrocannabinolo, il principio attivo che rende la cannabis uno stupefacente.
Il tribunale, che oggi avrebbe dovuto emettere la sentenza, ha esaminato documentazioni presentate dai legali di Katelaris e ha tenuto conto del fatto che la sua licenza di medico gli e' stata revocata per tre anni dal Medical Tribunal nel dicembre 2005, per autosomministrazione di cannabis con contenuto di Thc e per averla fornita ad alcuni suoi pazienti a fini terapeutici.
L'avvocato di Katelaris, Linda McSpedden, ha affermato che una condanna detentiva non sarebbe giustificata, dato che ambo le parti hanno accettato che il raccolto non aveva alcun valore come droga. Nel corso dell'udienza il medico ha sostenuto che la coltivazione aveva soltanto fini di ricerca scientifica. Ha aggiunto che lo studio della canapa industriale potrebbe risolvere problemi ambientali, e che i suoi usi vanno dalla produzione di fibre tessili e carta, a quella di materiale sostitutivo del calcestruzzo.

Repubblica Dominicana. 23 arresti di militari in 72 ore
La Direzione Nazionale per il Controllo sulle Droghe (DNCD) ha disposto l'arresto di altri 13 ufficiali e arruolati con l'accusa di aver commesso gravi errori e negligenze nella battaglia contro il narcotraffico. "Con questi arresti sale a 23 il numero di militari che sono stati allontanati dall'organismo nelle ultime 72 ore". Questo e' quanto ha detto il generale Radhamés Ramírez Ferreira a Clave Digital, direttore della DNCD, precisando anche che coloro che sono stati allontanati appartenevano tutti alle Forze Armate e alla Polizia Nazionale.
Il generale ha anche sostenuto che per affrontare il narcotraffico ci sia bisogno di una istituzione risanata, in cui si possa contare su un personale capace e incorruttibile.
Ha inoltre dichiarato che non tutti i militari allontanati hanno commesso gravi errori, ma che spesso si limitavano ad avere un atteggiamento timido e titubante nei confronti del traffico di droga.
Gli ufficiali e gli arruolati espulsi appartenevano alla Forza Aerea dominicana, alla Marina da Guerra, all'Esercito e alla Polizia Nazionale. Tra gli ufficiali ci sono colonnelli, maggiori e tenenti, la maggior parte con più di dieci anni di servizio. Solo nella città di Santo Domingo Est sono stati allontanati 10 militari della DCND, tra ufficiali e arruolati, rinviandoli alle loro istituzioni di appartenenza con la punizione di 10 giorni di arresto.

Peru'. Nel 2006 distrutti piu' di 500 laboratori che producono droga
Nel 2006 la Direzione Antidroga Della Polizia Nazionale (Dinadro) con l'aiuto delle autorità di tutto il Paese ha distrutto 507 laboratori di produzione di pasta base di cocaina (PBC) e cloridato di cocaina. Una nota stampa del ministero ha specificato che questi interventi hanno permesso di neutralizzare 7 mila 639 chili di droga.
Egualmente, la Dinadro ha distrutto 736 mila e 873 chili di foglie di coca e ha sradicato 8 mila ettari di piantagioni illegali di coca. La polizia ha sequestrato anche piu' di 134 chili di sostanze chimiche tra le quali l'ossido di calcio, solfato di sodio, acido cloridico, ammoniaca, cherosene e carbonato di potassio.
Le zone nelle quali la lotta antidroga ha ottenuto i risultati più importanti sono quelle delle valli del Huallaga, Amazonas, Urubamba e Ene.

Italia. Padova. Tv tedesca gira reality show su muro antispaccio
Il muro di Via Anelli a Padova e la vita che vi si svolge intorno sono i protagonisti di un "reality" che sta girando la televisione tedesca Wdr. Ne parla oggi "il Gazzettino". La troupe della Wdr, guidata da Karl Hoffman, è al lavoro da giovedì scorso e rimarrà a Padova fino a mercoledì prossimo. La trasmissione, che presenterà anche alcune interviste agli abitanti di via Anelli, andra' in onda presumibilmente all'inizio di ottobre e durera' una decina di minuti.
Frattanto, oggi, sulla vicenda di Via Anelli è intervenuto il consigliere regionale di An Raffaele Zanon, il quale definisce il muro "monumento all'impotenza" e parla di "danno di immagine per la città di Padova che non riesce a far prevalere la legalità e il rigore sulla criminalità organizzata che semina morte con lo spaccio di droga".
"Peccato -afferma ancora Zanon- che la staccionata serva solo a far sentire in carcere i padovani onesti o gli immigrati regolari, che in quei palazzi sono capitati per uno scherzo del destino, mentre spacciatori e malavitosi lo hanno scelto come base operativa perche' anche con il muro possono agire indisturbati".

Brasile. Niente piu' carcere per i tossicodipendenti
Il consumatore di droghe avrà un trattamento differenziato rispetto al trafficante. Per il possesso di "piccole quantita'" (la cui determinazione è lasciata alla discrezionalità della polizia e dell'autorità giudiziaria) di sostanze stupefacenti la pena detentiva e' espressamente vietata, sostituita da sanzioni alternative.
E' quanto prevede il progetto di legge 115/02 del Senato, firmato in settimana dal presidente Luis Inacio Lula da Silva, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e che entrerà in vigore tra 45 giorni. Ora il consumatore di stupefacenti non sarà più arrestato. La pena carceraria da 6 mesi fino a 2 anni sara' sostituita dall'obbligo di prestare servizi alla comunità e di partecipare a programmi e corsi socioeducativi. Contemporaneamente la pena per i trafficanti è stata aumentata: da 3 a 5 anni la minima, mentre la massima continua ad essere di 15 anni; per il finanziatore dello spaccio la pena va da 8 a 20 anni.
Nonostante le modifiche e il fatto che il consumatore fuoriesca dal circuito penitenziario la legge non decriminalizza il consumo di droghe, ma dalle sanzioni penali si passa a quelle amministrative. La nuova legge istituisce il Sistema Nazionale di Politiche Pubbliche sulle Droghe, il cui obbiettivo e' integrare, organizzare e coordinare attività di prevenzione, trattamento e reinserimento sociale dei consumatori e dipendenti di droghe, cosi' come quelle per la repressione dello spaccio. I consumatori "non saranno piu' perseguitati dalla societa'", ha commentato il responsabile nazionale anti-drogra Paulo Roberto Uchoa.

Colombia. Il sogno di prostituirsi con i narcotrafficanti in una telenovela
Fa audience ma suscita polemiche la telenovela “Senza tette non c'e' paradiso”. La serie racconta le avventure di giovani donne che si offrono sessualmente a narcotrafficanti in cambio di denaro. La protagonista principale, Catalina, pero' non puo' “accedere” a questo mondo (il paradiso) perche' considera il proprio seno piccolo. Vari i commenti e le lamentele, soprattutto dagli abitanti di Pereira, la cittadina in cui e' ambientata la telenovela.

Cina. Disegno di legge antidroghe
Nuova proposta di legge che sostiene i programmi di sostituzione del papavero per combattere le coltivazioni illegali. La proposta, presentata allo "Standing Committee" del National People's Congress, richiede la cooperazione delle nazioni vicine. La Cina ha gia' varato un programma del genere con il Myanmar e il Laos. Caucciu', te', e altre sementi hanno rimpiazzato il papavero. Lo scorso anno sono stati addestrati 135 contadini e personale sanitario nel nord del Myanmar e sostituito il papavero con colture legali in circa 33 ettari di terreno. Il Governo ha stanziato nel 2005, circa 625 mila Usd in programmi di sostituzione del papavero laotiani. Con il sostegno della Cina e della comunitàinternazionale, il Laos ha raggiunto l'obbiettivo di bandire totalmente il papavero.
"Aiutando gli altri Paesi nella sostituzione dell'oppio si arriva all'estinzione delle droghe in Cina", ha dichiarato il vice ministro per la Sicurezza pubblica Zhang Xinfeng. "La Cina ha visto aumentare vertiginosamente i traffici illegali dal Triangolo d'Oro (Thailandia, Laos e Myanmar), cosi' come dal delta del fiume Mekong, e quasi tutti gli stupefacenti venduti arrivano da quelle aree, mettendo in serio pericolo il Paese".
Il disegno di legge prevede che la polizia cinese condivida le informazioni con i colleghi di altre nazioni e con le organizzazioni internazionali, ai fini di migliorare le indagini in corso.

Canada. Saskatchewan. La marijuana aiuta la crescita delle cellule cerebrali
Riporta la rivista specializzata Journal of Clinical Investigation che il fumo della marijuana puo' aiutare la crescita delle cellule cerebrali. Secondo i ricercatori dell'universita' dello Saskatchewan, mentre molte droghe inibiscono la crescita di queste cellule, iniezioni di cannabinoidi sintetici su cavie provocano effetti opposti (aiuterebbero la memoria e a combattere la depressione).
Molte droghe (l'eroina, la cocaina, l'alcol e la nicotina) inibiscono la crescita di nuove cellule. Si pensava che la marijuana facesse altrettanto, ma questa ricerca dimostra il contrario.
Il neuropsichiatra Xia Zhang e il suo team di ricercatori hanno studiato gli effetti delle droghe sul cervello, sperimentando gli effetti dell'HU-210, un potente cannabinoide sintetico, cento volte piu' potente del THC, su cavie animali.

Australia. Western Australia. Test antidroghe per gli studenti delle scuole superiori
Una lobby preme affinche' il Governo introduca test antidroghe nelle scuole superiori, idea condivisa, secondo un sondaggio, da piu' della meta' dei genitori intervistati.
Il presidente del "Drug Free Australia", Craig Thompson, ha dichiarato che il 50% degli studenti ha provato la cannabis, e il 17% l'eroina e l'ecstasy, per questo i test sulla saliva potrebbero essere un deterrente non solo a consumare droghe in generale, ma dal farlo intorno ai locali scolastici, durante le ore di lezione.
La risposta dei genitori, ha proseguito Thompson, rivela la preoccupazione sull'accettazione sociale delle droghe che c'e' nelle scuole australiane. "Siamo rimasti favorevolmente impressionati dal sondaggio: il 57% si e' dichiarato favorevole. La necessita' dei test si e' rivelata ancora piu' urgente dopo la diffusione dei dati del consumo delle droghe nel Paese: 340 mila adolescenti hanno ammesso di fumare la cannabis".